Commemorazione di Ettore Bentsik al 25° anniversario della sua scomparsa

Il 7 giugno la conviviale che si è svolta con numerosa presenza dei soci ha ricordato Ettore Bentsik nel venticinquesimo della sua comparsa.
Il primo intervento dell’amico Paolo Giaretta sottolinea anzitutto che il ricordo è dovuto davvero perché Bentsik è stato una presenza importante nella storia cittadina: sindaco, presidente della locale Cassa di Risparmio, rotariano, ricercatore e docente universitario; e ne ricorda gli inizi politici nella FUCI veneziana e la prima elezione nel Consiglio comunale di Padova e capogruppo DC nell’ultima giunta Crescente, sindaco che dopo ben 17 anni nel 1970 gli passa il testimone a seguito di un’elezione che lo vide contrapposto al “civico” Angelo Ferro. È stato un sindaco giovane, appena trentottenne, che aveva già dimostrato coraggio e indipendenza di giudizio rispetto al partito (nel caso Sacripanti rifiutò il suo voto). La seconda giunta, dopo un trionfo elettorale, vede concretizzarsi uno dei punti qualificanti della sua azione amministrativa, la competenza, con la presenza di sei docenti universitari, cinque avvocati di successo, due dirigenti pubblici e la prima donna, Augusta Marzemin.
Con l’evoluzione politica nazionale di fine anni ’70 si fa da parte a favore di Luigi Merlin e alla crisi di quest’ultimo ricompone una giunta di transizione che porterà alla sindacatura di Settimo Gottardo.
Ettore Bentsik ha avuto una vita politica tormentata e relativamente breve, però con risultati notevoli prodotti dalla sua intelligenza ed energia; attento alla competenza, sensibile all’importanza delle politiche sociali grazie alla collaborazione con Oreste Terranova, attivo nelle infrastrutture e soprattutto nella viabilità, ha lasciato una città profondamente rinnovata e ha favorito col prof. Viscidi il settore della cultura, cura proseguita da presidente della Cassa di Padova e Rovigo.
Grande oratore, protagonista nelle arene dei congressi DC, bravo ed appassionato perché capace di pensiero, appassionato alla visione della città, convinto che “Padova deve essere grande e vivere di relazioni nel territorio”.
La sua attenzione alla competenza partiva da se stesso, arrivava preparatissimo su qualunque argomento politico dovesse dibattere e non gli bastavano i numeri ma voleva convincere chiunque non concordasse con le sue ragioni, Era un grande barzellettiere, aiutato da una notevole capacità attoriale anche nell’espressività dialettale, uomo passionale, un timido-aggressivo che non portava rancore, buono e generoso, capace di regalare lui la corona d’alloro a un laureato anziano che ne sarebbe rimasto privo.
Il ragionier Alfredo Checchetto ha ricordato un maestro umanamente e professionalmente, richiamandone la chiarezza espositiva e la geniale competenza maturata nel Comitato esecutivo di BNL, doti che lo hanno portato alla presidenza della Cassa di risparmio di PD e Ro come successore di Ezio Riondato. In un sistema bancario così rigido da essere definito “foresta pietrificata” Bentsik ha vissuto come una sfida esaltante il tentativo di modernizzazione; i suoi viaggi a Roma all’ABI servivano non tanto a ricevere istruzioni quanto ad offrire proposte e soluzioni. Il suo motto era:” le risorse dei nostri risparmiatori vengano impiegate a vantaggio dell’economia veneta.”
Grande uomo di sapere, di saper fare, di saper essere, in grado di parlare a braccio in qualunque circostanza; il nostro relatore chiude con la frase che abitualmente gli rivolgeva: “Caro el me Checchetto, per esprimere idee bisogna prima averle!!!”.
L’amico Luciano Kullovitz ricorda il rotariano, presidente del nostro club nel ‘96/97, disponibile, generoso, stimato da collaboratori e amici, disponibile nel più puro spirito del club, pronto a rilanciare anche nel periodo trascorso alla Cassa i nostri obiettivi di amicizia e integrità proiettandoli all’esterno con scelte concrete coerenti. Per Bentsik era importante costruire il futuro conoscendo il passato e conoscere la società operando al meglio a difesa dell’intera comunità.
Francesco Baldassarri, l’amico matematico, esordisce ricordando il titolo della tesi di Bentsik “l’effetto giroscopico” con relatore il prof. Grioli di cui diventerà assistente; su temi di ricerca di Grioli Bentsik pubblica cinque lavori, in particolare sul moto dei corpi rigidi con applicazione al moto dei satelliti e la deformazione di tali moti, la propagazione delle onde in acque basse, l’analisi delle onde sismiche, lavori premiati dal CNR.
Smessa l’attività di ricerca, continua proficuamente la didattica alla facoltà di Ingegneria con la divertente caratteristica di arrivare, da sindaco sempre trafelato e con poco tempo, a tenere lezioni così CHIARE da impedire alla fine qualsiasi richiesta di ulteriori spiegazioni!
Le sue capacità dialettiche erano tali e riconosciute che durante la campagna elettorale per le Regionali del ’95 il Polo delle Libertà e il suo avversario Galan rifiutarono qualunque dibattito con lui.
Come ultima nota personale ricorda Bentsik che accompagna Elisabetta Xausa e la madre dello stesso Baldassarri in Friuli ad acquistare vino e liquori.
Infine Riccardo, il figlio che rassomiglia moltissimo a Bentsik, riflette come il tempo cambi chi resta e come lui si senta diventato quasi il fratello maggiore di un padre mancato precocemente. Conferma che egli “convinceva per sfinimento” non soltanto nell’attività pubblica ma anche nel privato e aggiunge che una frase ripetuta del padre “la prima risposta è quasi sempre sbagliata” ha profondamente influito sulla vita sua e della famiglia.
Descrive il papà come uomo umorale e difficile ma divertente e spiritoso e non riesce a frenare un’intensa emozione nel ricordare le note vicissitudini giudiziarie, ribadendo però che anche dopo quell’amara esperienza mai gli ha sentito espressioni negative contro alcuna istituzione.
Per chiudere con un sorriso ci lascia un’ultima affermazione: “Io odio le barzellette”.
Interventi di Roberto Paccagnella e Andrea Stella ribadiscono il loro personale ricordo di Bentsik come docente eccezionale per spirito e chiarezza espositiva.

(Mara Bevilacqua Cesca)

 

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