Conviviale Interclub  Rotary club Este e Padova presso Golf Club Padova, Via Noiera

Valsanzibio, 57, Galzignano Terme (PD).

In questa serata abbiamo incontrato lo chef degli astronauti Stefano Polato, chef padovano ufficiale della missione Futura di Samantha Cristoforetti, cultore della cucina consapevole, che ha preparato “piatti” anche per le spedizioni di Luca Parmitano, Paolo Nespoli, Andreas Mogensen, Alexander Gerst, lavorando a stretto contatto con medici nutrizionisti e tecnologi alimentari 

Sofia Pavanello Presidente incoming del Rotary Club Padova, prima di introdurre l’ ospite stellato, ha illustrato la Conferenza 800 Years of Space at the University of Padua iniziata il 7 settembre e terminata venerdì 9, in qualità di Presidente del Convegno.

Il convegno – ha spiegato Sofia Pavanello – si inserisce nel programma degli eventi celebrativi degli 800 anni dell’Università di Padova e si preannuncia unico nell’ambito dell’esplorazione spaziale ed  è organizzato congiuntamente da diversi Dipartimenti dell’ateneo di Padova, dal Centro Studi e Attività Spaziali “Giuseppe Colombo” (CISAS) dell’Università di Padova e dall’Osservatorio Astronomico di Padova, insieme al programma EuroMoonMars. La conferenza mira a riunire ricercatori eminenti che celebreranno l’immensa eredità degli ultimi 800 anni in Scienza, Tecnologia, Lettere, Arte e Innovazione di Padova, della sua Università, dell’Osservatorio Astronomico e dell’intera città. Lo spirito con cui è nata la conferenza è stato, oltre che, di presentare la multidisciplinarietà della ricerca spaziale, la complessità ed i rischi dei viaggi nello spazio, di sottolineare l’impatto della ricerca spaziale nella vita quotidiana. Quindi la conferenza vuole far conoscere soprattutto al di fuori della comunità scientifica il futuro dello spazio che è una realtà.

Vi saranno sessioni dedicate oltre che alla Astronomia, Astrofisica e Geodesia, anche agli habitat nello spazio (International Space Station (ISS), Luna e Marte). Saranno poi esaminati diversi aspetti della vita su tali habitat, dalla biomedicina alla nutrizione, dalla psicologia, alle interazioni politiche tra nazioni e consorzi privati. Lo spazio come esempio di cooperazione. Vi sarà una sessione dedicata alle donne: Space4Women che incoraggia le donne e le ragazze a perseguire l’istruzione in scienze, tecnologia, ingegneria e matematica (STEM) discipline STEM. Gli studenti esporranno poi la loro esperienza in ambienti spaziali analoghi esperienza che Sofia Pavanello coordina presso UNIPD   https://www.unipd.it/news/moomars e che il rotary Padova ha sponsorizzato con borse di studio per tre studenti UNIPD.

Con lo spirito di far conoscere al pubblico che il futuro dello spazio è una realtà tangibile sono state organizzate due tavole rotonde: una sul futuro dello spazio e l’altra sull’importanza dello spazio per i distretti regionali italiani e veneti inseriti nella nuova economia spaziale. Vi saranno poi eventi sociali che coinvolgeranno il pubblico che includono il 7 settembre, alle 21, alla Sala dei Giganti con Telmo Pievani (Università di Padova), il direttore dell’Osservatorio Astronomico di Padova, il professore di Astrofisica Roberto Ragazzoni e l’astronauta Maurizio Cheli , il primo Mission Specialist italiano nella missione satellitare STS–75 Tethered sullo Space Shuttle Columbia. In collegamento video con Luca Parmitano dal Johnson Space Center, NASA Houston. Poi l’ 8 settembre alla Specola la Donazione al Giardino della Biodiversità degli alberi di Apollo semi di David Williams, NASA Goddard Space Center e “Apericena Stellare” con lo Chef degli Astronauti Stefano Polato.

Poi con lo spirito di far confrontare il pubblico con gli elementi dei futuri habitat spaziali, tute, ed attrezzature, strumenti dei laboratori universitari, la conferenza è accompagnata da una Mostra Lo Spazio di Padova, presso Galleria Cavour, a pochi passi da Palazzo Bo locali messi a disposizione gratuitamente da Comune di Padova dell’ Assessore alla Cultura, Musei, Edilizia Monumentale e Turismo del Comune di Padova Andrea Colasio. I due elementi portanti della mostra: scienza e tecnologia da un lato, arte dall’altro. 

L’arte nello spazio per il miglior benessere degli astronauti nei voli e nei soggiorni di lunga durata.

Nella mostra sarà esposta una copia della Moon Gallery, ora nella stazione spaziale internazionale, con le opere degli artisti padovani. In particolare saranno presenti l’opera The cell della nostra Socia Annamaria Zanella e il Cubo d’oro ideato dal Renzo Pasquale marito di Annamaria, con il ritratto del volto di Galileo Galilei, dei suoi disegni lunari tratti dal “Sidereus Nuncius“, la città di Padova e l’incisione degli 800 anni dell’Università di Padova. Sulla Luna ci sarà dunque la perenne celebrazione di questo anniversario così importante anche per la Città di Padova!

Conclude Sofia Pavanello “TUTTO QUESTO SI INSERISCE PIENAMENTE NELLO SPIRITO DEGLI EVENTI DEGLI 800anni di UNIPD, una circostanza unica che CI vede impegnati nella diffusione della CULTURA, della CONOSCENZA e della RICERCA al di fuori del CONTESTO accademico, IN UNA AZIONE ad IMPATTO SOCIALE di UNIPD.”

E’ intervenuto poi il socio Alessandro Caporali, relatore al congresso nell’ambito della Geodesia, che ha ricordato Stefano Debei prematuramente scomparso il 7 Agosto 2022 e socio del club per un breve periodo, luminare di ingegneria Aerospaziale.

Poi Sofia Pavanello ha presentato Stefano POLATO che dopo una Laurea nel 2005 in Conservazione dei beni Culturali la passione, ben presto, lo porta a comprendere che il cibo è arte al pari di quella che aveva studiato pochi mesi addietro. Dopo essere stato Executive chef e gestore attività di somministrazione cibi e bevande presso il ristorante Campiello (Monselice-PD) la chiave di volta si chiama Samantha Cristoforetti, incontrata nel 2012. L’astronauta italiana, appena nominata e in preparazione per la missione Futura, lo coinvolge direttamente e lo mette in contatto con l’agenzia aerospaziale e con Argotec inizia un lavoro dove il concetto di team è espresso all’ennesima potenza. Tecnologi,ingegneri, cuochi, chimici, fisici, nutrizionisti collaborano per produrre il cosiddetti Bonus Food degli astronauti Europei.

Stefano Polato ci ha spiegato che quando si pensa al cibo spaziale, una delle prime cose che vengono in mente sono le   buste di gelato liofilizzato da astronauta e spesso si pensa che il menu sia rimasto   nell’era di “cubi e tubetti” delle prime missioni, quando gli astronauti facevano spuntini  con pancetta e altri cibi ridotti a cubetti e ricoperti di amido per evitare che le briciole   fluttuassero ovunque al primo morso.   Quelle missioni erano brevi ed era accettabile scendere a compromessi sul gusto e   sull’aspetto e fornire solo l’apporto calorico necessario. Al giorno d’oggi, con la durata   media di una missione sulla Stazione Spaziale Internazionale di oltre cinque mesi, il cibo   è diventato un fattore chiave per mantenere la salute e le prestazioni degli astronauti.  A monte di ogni missione ci sono nutrizionisti, medici, scienziati e chef che studiano il   miglior regime alimentare per un corpo che invecchia più rapidamente nell’ambiente   stressogeno fatto di microgravità, radiazioni intense e spazi confinati.  Le sfide per prepararlo sono molteplici, a partire dai severi requisiti di conservabilità e  sicurezza dell’ESA e della NASA, che portano alla scelta di pasti liofilizzati da reidratare   o termostabilizzati pronti da consumare dopo essere stati riscaldati. Trattamenti,  questi, che a volte degradano le caratteristiche nutrizionali e organolettiche degli   ingredienti scelti, tanto che la vera sfida diventa il controllo dei processi di cottura e   conservazione per garantire che nella busta ci siano i macro e micro nutrienti necessari   a mantenere l’astronauta in buone condizioni fisiologiche e di salute.   

Lo chef Polato ci ha quindi parlato del Bonus food, ovvero quel 20% di alimentazione personalizzata che varia da quella  standard prevista per le missioni spaziali, é pensato per riportare gli astronauti in  missione ai sapori di casa durante i pasti e viene sviluppato lavorando con loro   individualmente nel periodo precedente la partenza.  I quattro pasti sviluppati da EAT freedom per Missione Minerva sono improntati alla   dieta mediterranea e pensati come piatti unici, bilanciati a partire dalle linee guida   fornite su base scientifica dall’Università di Harvard, che raccomanda una formula   50-25-25 per il bilanciamento di vegetali, proteine sane e cereali quanto meno possibile   raffinati.  Il menù spaziale di EAT freedom include una varietà di specialità liofilizzate come il   “Cous cous integrale con verdure e legumi”, il “Pudding allo yogurt con cereali, frutta e   fiocchi di legumi ” e il “Riso gamberetti e asparagi con pomodorini e pesto alla  genovese”. Il menù é completato da un pasto termostabilizzato realizzato con   ingredienti freschi e di stagione di piccoli produttori italiani: l’“Insalata di farro con   tonnetto del Mediterraneo, pomodorini secchi, pinoli e asparagi”.    EAT freedom: la start-up tedesca che quindi parla italiano!

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